cos’è ARUM
Nato nell’estate del 2020 da un’idea di Tommaso Corrieri e Margherita Mansuino, Arum è un festival dedicato alla conoscenza della montagna, all’esperienza diretta di percorsi di rigenerazione, all’incontro con professionisti, scrittori e artisti chiamati a dialogare intorno ai temi dell’ambiente, della sostenibilità e dell’accoglienza, nel tentativo di tracciare un cammino ideale verso un’idea di futuro nel quale sia ancora possibile riconoscersi. Un’esperienza immersiva nella Natura che si realizza nella possibilità di essere ospitati per l’intera durata del Festival nella Valle dell’Orsigna, a oltre 1200 mt di altitudine nei luoghi che sono diventati la casa di Tiziano Terzani.
Cuore del Festival è infatti l’idea stessa di Natura, intesa come ritorno all’essenziale e come bisogno di un benessere fisico e mentale da ricercare nell’esperienza diretta della montagna e nel dialogo con chi ogni giorno lavora alla costruzione di un futuro più equo e sostenibile attraverso la cura del territorio e dei suoi abitanti.
Attenzione per l’ambiente e attenzione per l’essere umano: questi i pilastri su cui il Festival ha costruito in questi anni la propria identità guardando alla natura ma anche e soprattutto alle persone con il sostegno dato all’ONG ‘Bambini nel Deserto’ e al ‘Comitato in Bianco e Nero’ che dal 2014 sostiene l’Hospital Catarina Troiania Nhacra Teda in Guinea Bissau.


contenuti
Ogni giornata sarà scandita dai trekking lungo i sentieri della zona, dai laboratori e seminari su natura e alimentazione, dalle sedute di yoga e meditazione e dagli incontri con i tanti ospiti, esperti e artisti chiamati a portare ad Arum le proprie esperienze per tessere un dialogo in divenire da proseguire oltre il Festival.
Particolare cura sarà dedicata al tema dell’alimentazione, declinato nei seminari condotti da medici e nutrizionisti esperti e nella condivisione dei pranzi e delle cene preparati con prodotti della filiera locale per far conoscere e valorizzare i produttori. E’ previsto anche uno spazio dedicato ai più piccoli, con laboratori sugli erbari magici, passeggiate alla ricerca degli abitanti della foresta, letture animate e spettacoli per far vivere pienamente ai giovanissimi partecipanti la magia del bosco e le sue ancestrali suggestioni.
Immersione nella natura, rigenerazione, accoglienza, scoperta e valorizzazione del territorio, progettazione, solidarietà, arte e conoscenza: sono questi gli ingredienti alla base di un Festival che vuole essere prima di tutto un’esperienza di condivisione e di crescita, ospitata in uno dei luoghi più suggestivi ed emozionali del nostro Appennino
i luoghi
Arum Festival è ospitato dal Pian dell’Osteria, un anfiteatro naturale a circa 1100 m di altitudine che sovrasta la valle dell’Orsigna. Una valle caratterizzata da pochissimi insediamenti umani, dove la vita selvatica di piante e animali è l’unica, incontrastata padrona di casa. In questo luogo carico di energia, l’abbraccio delle montagne che circondano la radura saranno per gli ospiti del Festival cucina, palestra, teatro, giaciglio, in una sola parola Casa. Uno spazio magico che di giorno accoglie e cura gli ospiti del Festival e di notte li incanta con un cielo limpido e stellato che solo il buio dei boschi può ancora regalare.
Intorno al Piano ogni luogo porta un nome che ne custodisce la Storia: Termine, Gabelletta, Porta Franca, passo dei Malandrini sono toponimi che parlano di strade, di confine, di viaggiatori e avventurieri. E per offrire ristoro a chi lungo quelle strade anticamente si incamminava, a piedi o a cavallo, per andare lontano e valicare il confine che corre lungo il crinale, servivano anche luoghi per rifocillarsi. L’Osteria è ancora lì, dal 1660, come recita l’incisione sull’architrave. E anche quest’anno tornerà alla sua originaria funzione di ristoro.
Nel 2023 Pian dell’Osteria è cambiato.
Si è aperto a nuovi sguardi, nuove prospettive, nuovi orizzonti.
All’inizio dell’anno è stato necessario l’intervento di parziale disboscamento, da anni pianificato e concordato con il Comune di Pistoia e con la Regione Toscana, delle fitte abetiere di Pian dell’Osteria.
Gli alberi sono stati tagliati, perché in montagna si può vivere e di montagna si deve vivere: l’utilizzo delle risorse che la montagna e il bosco mettono a disposizione, nell’ambito del ciclo di vita naturale e del rispetto per il territorio, lo permettono. La salvaguardia della biodiversità, della sicurezza del bosco e di chi lo vive lo impongono.
Pian dell’Osteria rimane la stessa, ma nuovi spazi adesso ci si aprono davanti. Grazie alla loro vastità, diversità e integrità, i boschi dell’Orsigna rimangono uno straordinario patrimonio naturale, quasi senza eguali in tutto l’Appennino.


Immersione nella natura, rigenerazione, accoglienza, scoperta e valorizzazione del territorio, progettazione, solidarietà, arte e conoscenza: sono questi gli ingredienti alla base di un Festival che vuole essere prima di tutto un’esperienza di condivisione e di crescita, ospitata in uno dei luoghi più suggestivi ed emozionali del nostro Appennino.