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VENERDI 5 ORE 17.30 Pian dell’Osteria – Palco Principale

LA MONTAGNA CHE RESISTE

Partendo dal suo ultimo libro LA TRIONFERA’ (Einaudi 2021), Massimo Zamboni, storico chitarrista dei CCCP, ma anche cantautore e scrittore, dialoga con la scrittrice Simona Baldanzi intorno a storie passate, presenti e a nuove idee di futuro che nascono sulle montagne.

MASSIMO ZAMBONI 

«Una dose di commozione, una di sarcasmo, una di pratico ed emiliano senso di disincanto»

Attraverso la storia incredibile di un paesino dell’Emilia dove la fedeltà al Partito era sacra e il vento dalla Russia soffiava forte, Massimo Zamboni ci precipita in un’epoca in cui tutto sembrava possibile, persino la rivoluzione.

Un racconto corale che ha al suo centro la cittadina di Cavriago e le vicende incredibili dei suoi abitanti. Quando nel 1919 spedirono un telegramma di solidarietà alla Russia rivoluzionaria e quando nel giorno della fondazione dell’Internazionale comunista, Lenin in persona lodò il coraggio di «quell’angolino sperduto», che aveva cercato invano sulla carta geografica. Avamposto filosovietico nel cuore dell’Emilia, i protagonisti di La trionferà sono sognatori e idealisti, gente con la testa dura e un fortissimo senso di fratellanza, ma ancora sono più donne e uomini coraggiosi che hanno dedicato la loro vita e il loro tempo con inesausta passione alla causa della emancipazione dell’umanità. Cittadini del grande mondo, nelle loro vicende c’è tutta la forza e la persistenza, infine la nostalgia, di quello slancio ideale, folle e meraviglioso: sapere di essere dalla parte giusta. 

Massimo Zamboni ha spesso scritto e cantato la dissoluzione di quel tempo; ma qui ce lo spalanca di fronte agli occhi intatto e pieno di vita, di rabbia e struggimento, regalandoci l’epica di una memoria da cui ripartire. Sull’esempio di quel paese dove la bandiera rossa sventolava più in alto di tutti, trionfando, perché «La trionferà, certo che trionferà, e se non saremo stati noi a vederla trionfare, e se non sarà nei tempi a venire o non sarà da noi e avrà altri nomi forse, altri modi, chissà dove, duecento, trecento, mille anni, vedrete, la trionferà».

SIMONA BALDANZI

Simona Baldanzi è nata a Firenze e vive nel Mugello. 

Ha scritto Figlia di una vestaglia blu (Fazi 2006, Alegre 2019), Bancone verde menta (Elliot 2009), Mugello sottosopra (Ediesse 2011), Il Mugello è una trapunta di terra (Laterza 2014), Maldifiume (Ediciclo 2016), Corpo Appennino (Ediciclo 2021), Pietra Pane e il mondo che c’è (Rrose Sélavy 2021), Se tornano le rane (Alegre 2022). Col suo romanzo di esordio ha ottenuto il Premio Miglior Esordio di Fahrenheit Radio Rai tre, il Premio Minerva Letteratura di Impegno Civile ed è stata finalista al Premio Viareggio Repaci, al Premio Fiesole Narrativa under 40, al Premio Chianti. Col libro reportage sull’Arno ha vinto il Premio Sergio Maldini per la letteratura di viaggio. 

Suoi racconti sono stati pubblicati in numerose antologie e riviste. 
Per anni ha curato la rubrica per L’Unità Toscana chiamata L’incartauova. 
È coautrice del soggetto del film Dafne (2019) che ha ottenuto il Premio Fipresci alla Biennale di Berlino. 
Attivista sul lavoro, sull’Appennino, sulla giustizia sociale, lavora per il sindacato a Prato. 
Il suo sito è: www.simonabaldanzi.it 
Tutto questo non sa quanto durerà, ma insiste.